sabato 21 gennaio 2012

Neve nel deserto sahariano? Cause di una prima parte d'inverno molto fredda

Le sorprendenti nevicate di qualche giorno fa nel deserto algerino derivano da una parentesi fredda che si protrae da tempo: questa è l'altra faccia della medaglia rispetto al caldo che ha invece dominato in lungo ed in largo, tra l'autunno e la prima parte dell'inverno, su gran parte dell'Europa.


Le anomalie termiche dal 15 dicembre 2011 al 15 gennaio 2012: notiamo il freddo piuttosto accentuato sull'entroterra africano, nelle aree desertiche. Fonte NOAA.


Torniamo all'insolito evento nevoso che qualche giorno fa ha scosso alcune aree desertiche sul cuore dell'entroterra algerino, in vicinanza della Catena dell'Atlante. Si tratta di eventi non del tutto eccezionali, che hanno tempi di ritorno comunque abbastanza lunghi e le immagini che ci sono giunte (in particolare dalla regione di Bechar) testimoniano lo scalpore della popolazione locale di fronte ad un episodio che ha comunque del miracoloso, anche se i casi precedenti del passato non sempre sono stati censiti in modo approfondito, considerando i luoghi isolati e poco abitati, oltre ad una tutt'altro che capillare rete di stazioni meteo di rilevazione.
I dati raccolti nell'ultimo periodo, dalle centraline meteo presenti, mettono comunque in grande evidenza un'anomalia ad ampia scala per quel che riguarda le regioni interne del Nord Africa: quest'inizio d'inverno risulta essere piuttosto freddo, con scarti dalla norma anche piuttosto accentuate soprattutto sulle aree interne tropicali non lontano dall'Equatore, quindi proprio il cuore del deserto sahariano. La mappa in alto riguarda nel complesso tutto il periodo da metà dicembre ad oggi, a conferma che il freddo recente (rispetto al clima normale per quelle zone) non è stato solo un episodio.
Le cause di queste anomalie termiche si possono ricercare in quello schema barico presente a larga scala già da diversi mesi e che peraltro è alla base di un inverno rimasto sostanzialmente in sordina sull'Europa e sull'Italia. Ad essere protagonista è infatti stato quasi costantemente l'anticiclone delle Azzorre che spancia verso la Spagna ed il Mediterraneo Centrale: sui bordi est e sud di questa figura anticiclonica viene veicolata aria più fresca, che non a caso va spesso a finire proprio sulle regioni interne del Nord Africa. La persistenza di questa circolazione è alla base delle anomalie termiche negative sul lungo periodo.
Mancano poi le condizioni adatte per le transitorie rimonte d'aria calda da sud (in seno a cunei anticiclonici sub-tropicali), che non possono essere messe in moto per la sostanziale assenza d'inserimenti perturbati atlantici da ovest sulle sponde mediterranee. Se poi a tutto questo si aggiungono alcune "gocce fredde" perturbate vaganti (colmi d'aria fredda d'estrazione polare-marittima), capaci di sprofondare fin sul deserto sahariano come accaduto qualche giorno fa, allora il gioco è fatto e può accadere che, mentre la neve si fa desiderare come non mai in alcune zone d'Italia, i fiocchi cadano a sorpresa nell'arido deserto.

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