sabato 7 gennaio 2012

Logoramento del Vortice Polare, segnali da Lassù: l'Inverno cambia passo?

Qualcosa si muove, l'Inverno appeso ad un filo potrebbe caratterizzarsi per una seconda parte più vivace

Gli ulteriori flussi di calore indotti a livello stratosferico dall'Anticiclone delle Aleutine, in elevazione sul Pacifico, accentueranno il riscaldamento in sede Artica, preludio ad un calo di potenza del Vortice Polare con possibili conseguenti dinamiche di stampo invernale per fine mese.
Niente voli pindarici con la fantasia Una premessa obbligatoria, in quanto l'approccio alla previsione, tenendo conto di taluni importanti indicatori climatici, può voler dire tutto o niente, nel senso che i segnali che si possono trarre hanno un significato di probabilità ad ampia scala, ma non vogliono necessariamente dire che sarà poi l'Italia o un'altra zona precisa a beneficiarne degli effetti favorevoli, quelli sognati dai tantissimi meteo appassionati ansiosi di vedere l'inverno fare davvero sul serio.
Una stagione finora piuttosto scialba, anche se le prime discese di natura artica, tutt'altro che esaltanti per ora, hanno coinvolto soprattutto il Sud Italia, peraltro in linea con quelle che erano le sensazioni della vigilia, avvalorate da diverse ipotesi elaborate dai maggiori cervelloni che stilano tendenze stagionali. Novità importanti potrebbero però aprirsi nella seconda fase d'inverno, che potrebbe celare sorprese al momento insperate: già da prima di Natale si è iniziato ad osservare un progressivo riscaldamento in sede stratosferica a livello polare, sulla scia della cosiddetta wave 1, l'onda connessa all'elevazione sul Pacifico dell'Anticiclone delle Aleutine.
Questi flussi di calore si sono già manifestati con picco raggiunto alcuni giorni fa, ma nuovi apporti dovrebbero nuovamente accrescere il riscaldamento in sede polare, sempre sulla scia del parziale warming innescato dall'Anticiclone sul Pacifico. Gli effetti dei riscaldamenti in stratosfera, allorquando riescono a propagarsi a livello troposferico, vanno ad indurre un rallentamento e spostamento del Vortice Polare Stratosferico dalla sua sede naturale, rendendolo più ellittico. In un periodo nel quale il Vortice Polare corre a mille, tenendo costantemente tesa la corda del flusso zonale con poche occasioni per scambi meridiani (quelli che permettono al freddo artico di potersi riversare con decisione a latitudini più basse), ecco che il riscaldamento in stratosfera può essere la ricetta migliore per uscire da questa fase d'empasse.
Prima di vedere gli effetti nella troposfera di queste "azioni di disturbo", ci passa sempre molto tempo, a volte anche qualche settimana. Effettivamente, lo stato di salute del Vortice Polare dovrebbe mantenersi ottimale probabilmente almeno fino al 20 gennaio e, non a caso, ci attende in prospettiva una fase di tranquillità anticiclonica. Potrebbe però essere la calma prima di una maggiore vivacità: nessuno può dire se godremo di un vero cambio di passo dell'Inverno fin sul Mediterraneo, la differenza la faranno i dettagli. La caduta della zonalità a quote più basse e il posizionamento dell'asse del Vortice Polare sul comparto europeo potrebbero rappresentare il lasciapassare per l'anticlone delle Azzorre al tentativo di ergersi verso nord, aprendo così un canale di scorrimento per l'aria artica verso il Continente. Ipotesi, come sempre, da monitorare e confermare passo passo.
Focus termico sull'Artico in Stratosfera (altezza geopotenziale di 10 hPa): la linea rossa è quella che rappresenta la situazione di quest'anno e che mette in evidenza l'avvenuto primo riscaldamento, dopo una lunga fase nella quale le temperature erano particolarmente basse, sintomo di compattezza notevole del Vortice Polare anche negli stadi più alti dell'atmosfera. Fonte NOAA.

Temperature e geopotenziali all'altezza di 10 hPa per il 12 gennaio: notiamo il "warming" (riscaldamento) notevole, con cuore caldo concentrato sulla Russia Asiatica.

La variazione termica all'altezza di 10 hPa (stratosfera) stimata per il 13 gennaio rispetto allo scenario attuale: si evince un possibile riscaldamento notevole sul Polo Nord.

Di sicuro si vivrà una fase di maggiore "pathos modellistico", con i centri di calcolo che, nel tipico balletto sul lungo-lunghissimo termine, probabilmente mostreranno fin da subito (in parte lo stanno già facendo) scenari favorevoli a discese artiche anche a livello europeo, legate al Vortice Polare meno in palla e a possibili elevazioni verso nord di blocchi anticiclonici, tutto grazie ai forcing in stratosfera . Se partisse anche la fase 2 del riscaldamento stratosferico, connesso all'Anticiclone delle Azzorre, allora se ne potrebbero vedere delle belle con effetti ben maggiori al Vortice Polare, che subirebbe una frattura con possibile "split" dei lobi. Ma per il momento resta solamente un sogno.

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