Quando abbiamo provato a disegnare una via d'uscita alla stasi anticiclonica del mese scorso, con appendice tuttora in atto, abbiamo menzionato alcuni indici climatici. Non siamo mai entrati nello specifico, perché ritenevamo quelle sedi non opportune. La trattazione richiede basi meteorologiche approfondite, ma visto che il nostro compito è anche quello di rendere comprensibile la meteo ai meno avvezzi, abbiamo deciso di intraprendere una breve analisi basandoci su due di questi pattern.
Alcuni di Voi, vedendoli scritti, obbietteranno che trattasi dello stesso indice. Stiamo parlando della AO e del NAM. Si tratta dell'Artic Oscillation e del Northern Annular Mode. Il primo rileva la differenza di pressione, a livello del mare, tra l'Artico e le basse latitudini, generalmente comprese tra il 37esimo ed il 45esimo parallelo. Il secondo, invece, considera l'intera colonna d'aria. Dobbiamo immaginare l'atmosfera come una grandezza tridimensionale, che possiede uno spessore. Orbene, il NAM considera la differenza di pressione dal livello del mare alla stratosfera.
Detto ciò, è fondamentale dar cenno ad uno studio in materia effettuato dai ricercatori Baldwin e Dunkerton. Essi notarono, dopo anni di osservazioni, che se il NAM superava un determinato valore (fissato in 1,5 unità) la stratosfera subiva un deciso raffreddamento e un conseguente rinvigorimento del Vortice Polare Stratosferico (VPS). Un raffreddamento che nei 60 giorni successivi si propagava alla troposfera, rafforzando in tal modo il Vortice Polare lungo tutta la colonna d'aria.
La conseguenza qual è? Che in caso di anomalia positiva il Vortice Polare resta compatto sull'Artico e le correnti zonali corrono rapide alle medie latitudini alimentando sovente figure anticicloniche persistenti tra l'Europa occidentale e il bacino del Mediterraneo. Detto in parole povere: il gelo sta a nord, il caldo o comunque il clima mite a sud.
Alla luce di quanto esposto, proviamo a ripercorrere l'andamento invernale da Dicembre ad oggi. Abbiamo avuto pochissime piogge, un'Alta Pressione invadente, pochissimo freddo e clima mite. Il Vortice Polare, invece, ha girato come una trottola impazzita arrecando condizioni di forte maltempo tra il Regno Unito e la Scandinavia e tenendo il gelo racchiuso sull'Artico. Facile ipotizzare, quindi, che il NAM abbia registrato una possente anomalia positiva e difatti, guardando la prima immagine postata (relativa all'andamento dell'indice da settembre 2010 ad oggi) identifichiamo valori superiori alla soglia limite di 1,5 unità tra Novembre e Dicembre 2012. Si può asserire, pertanto, che la teoria dei due ricercatori è stata ampiamente rispettata.
Ma diamo un'occhiata all'ultima parte del grafico, all'estrema destra o per meglio capirci relativamente alla prima metà del mese. Si nota la colorazione rossa e tramite la scala colorimetrica siamo in grado di stabilire che l'anomalia s'è capovolta. Sta diventando negativa e a supporto abbiamo scelto di utilizzare il diagramma relativo all'andamento dell'altro indice: l'AO. Possiamo vedere come sia stato positivo da metà Novembre ai primi di Gennaio, mentre ora osserviamo una tendenza verso valori decisamente negativi.
Quando le anomalie sono negative, l'andamento meteo-climatico è diametralmente opposto a quello descritto poc'anzi. Il Vortice Polare rallenta, si indebolisce e così facendo l'aria gelida ha la possibilità di scivolare a sud attraverso profondi scambi meridiani. Se si creano le condizioni favorevoli, potrebbero formarsi Anticicloni Termico-Dinamici tra la Russia e la Penisola Scandinava, con ulteriore apporto d'aria gelida dall'Artico Russo o addirittura dalle steppe siberiane. Possiamo concludere, quindi, che il mese di Febbraio potrebbe mostrarsi decisamente dinamico, meridiano, piuttosto freddo o persino gelido su alcune parti d'Europa. Gli effetti, inevitabilmente, potrebbero estendersi (il condizionale è d'obbligo) anche all'Italia.
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