Burian al gran galoppo, clou del gelo nel week-end. A parte le nevicate, in estensione al Centro-Sud, attese temperature bassissime.
La fase rigida, che attualmente ingloba il Nord e parte delle regioni centrali, rincarerà la dose estendendosi a quasi tutta Italia. Saranno gli effetti dell'ingresso del nucleo più gelido siberiano, che farà scendere in modo ancor più marcato le temperature: ci attendiamo gelo siderale.
Termiche attese da ECMWF a 72 ore di previsione, ovvero per la notte fra sabato 4 e domenica 5 gennaio. Massima espressione del gelo siberiano sull'Italia.
Continua a cadere la neve incessantemente in diverse zone del Centro-Nord e proprio il Settentrione, già da qualche giorno, è piombato in una fase molto rigida che cresce giorno dopo giorno. Come avevamo avuto modo d'anticiparvi, quest'ondata di freddo continentale prometteva di essere non solo intensa, ma duratura: gli ultimi elementi in nostro possesso confermano tutto e adesso l'attenzione va focalizzata sull'approssimarsi del nucleo d'aria più gelida d'estrazione siberiana, la cui parte più vigorosa si mantiene collocata tra le Nazioni Baltiche, l'Ucraina e parte della Russia occidentale.
Parte di quest'aria ancor più gelida si appresta pertanto a sfociare sul Mediterraneo e lo farà attraverso le due porte d'ingresso preferenziali, quella del Rodano e quella della Bora. Le Alpi freneranno solo in parte il galoppo del Buran, non a caso le termiche più rigide si addosseranno proprio ai versanti nord più esposti della catena montuosa. Entreranno termiche di tutto rispetto nelle prossime 36-48 ore sul Centro-Nord ed in successiva propagazione al Meridione, con la traslazione lenta verso sud-est della ciclogenesi mediterranea. Per il mattino di domenica le attuali proiezioni indicano una -12/-13°C tra Triveneto ed Emilia Romagna, la -8 che passerà sulle regioni centrali e sul nord della Sardegna.
In sostanza, rispetto alle condizioni attuali, le temperature in quota caleranno praticamente su tutto il territorio italiano, a conferma che ci attende la fase clou di un'ondata di gelo già iniziata da qualche giorno. Mediamente, da ora e fino a domenica le temperature caleranno di altri 4-5 gradi, ma anche di più sulle zone alpine e sulle due Isole Maggiori. Una cosa sono però le temperature stimate in quota a 1500 metri (da utilizzare come riferimento per l'entità di un'irruzione fredda), altra cosa sono le temperature al suolo: ebbene, in questo caso siamo in presenza d'aria continentale dalle caratteristiche pellicolari e quindi molto rigida anche in prossimità del suolo. A questo punto è lecito attendersi picchi termici davvero bassi, specie al Nord in concomitanza di un miglioramento delle condizioni meteo: i rasserenamenti e la neve al suolo (effetto albedo) potrebbero infatti consentire gelate molto intense, con temperature diffusamente negative fino a doppia cifra su tutta la Val Padana e possibili picchi fino a -15 gradi.
Dettaglio by GFS delle isoterme all'altezza geopotenziale di 850 hPa sull'Italia, per il mattino di domenica.
Differenza delle termiche ad 850 hPa fra la situazione attuale e quella prevista per il mattino di domenica: possiamo notare come ci attende un ulteriore calo termico, mentre sui Balcani il grande gelo sarà leggermente meno acuto.
Difficile ipotizzare che temperature potrebbero raggiungersi: sarà gelo storico? Di sicuro non sarà facile stabilire nuovi primati o avvicinare le ondate di freddo più illustri passate alla storia come veri e propri "mostri sacri". Attualmente si scomodano paragoni persino con il febbraio 1956 o il gennaio 1985, ma il bilancio lo si potrà fare solo alla fine. Non va mai dimenticato che nel 1985 si scese sotto i -20 gradi in Val Padana e nella Toscana centrale con oltre 1 metro di neve caduto su Milano. Di certo, confrontando le mappe di quel periodo con quelle previste nei prossimi giorni notiamo notevoli similitudini nelle temperature in quota, c'è quindi davvero la possibilità di rivivere un periodo di gelo storico.
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