sabato 14 gennaio 2012

Retrogressione continentale no, artico forse...

La solita storia: l'Italia rischia per l'ennesima volta di rimanere esclusa dai movimenti barici improntanti dell'inverno 2011/2012. E si allunga il periodo di siccità e mancanza di neve in montagna. Qualche possibilità di cambiamento solo dalla terza decade.


Nella Multi MTG vediamo la spanciata dell'azzorriano intorno al 20 gennaio.



Mattina. Ore 7.00. Mentre scrivo dalla Pianura Padana emiliana, una fitta nebbia congelata con T a -3°C incombe all'esterno della mia casa. Si tratta del classico fenomeno da inversione, acuito dalla nebbia. Sappiamo che tanti nostri lettori in inverno sono tifosi della neve, e per loro questa stagione è stata, sino ad ora, una grande delusione: è scivolata via in modo anonimo e incolore. Negli ultimi giorni solo le uscite modellistiche avevano regalato un po' di speranze virtuali agli appassionati della meteo e dell'inverno, compreso il sottoscritto, ma sembra che anche stavolta all'Italia tocchi solo un ruolo di comprimario, non certo quello di protagonista.
Le grandi speranze accese dai principali modelli predittivi, anche e soprattutto dai più quotati, si sono sciolte come neve al vento. Dapprima la possibilità di una retrogressione gelida, poi quelle di una nuova irruzione artica intorno al 20 gennaio. D'altra parte chi scrive aveva più volte sottolineato la bassa predicibilità degli scenari più eclatanti. Ci rimane la raffreddata assolutamente normale per il periodo dei prossimi giorni, che causerà certo un crollo termico fino a circa dieci gradi, riportando le temperature in media o poco sotto.
La dinamica barica evolutiva dei prossimi giorni è oramai quasi totalmente assodata. La profonda saccatura artica staccatasi dal lobo europeo del vortice polare punterà direttamente sull'Europa orientale per poi stabilizzarsi sull'area carpatica e balcanica, a due passi dall'Italia. In questa fase (14-17 gennaio) venti freddi riusciranno a raggiungere anche il nostro paese. Il nocciolo pesante e gelido orientale non riuscirà però a puntare direttamente sul nostro paese, inibito dal solito vortice canadese che avanzerà imperioso da nord-ovest, spalmando l'alta pressione oceanica su buona parte dell'Europa centro-meridionale (cfr Multi MTG modificata).
Già intorno al 18/19 gennaio si avrà quindi una nuova risalita termica, determinata dal cuneo azzorriano che spingerà da ovest, ricacciando il nocciolo gelido dai Balcani verso la steppe russe.
A questo punto, intorno al 20 gennaio, si era aperta la possibilità, proposta dalle ECMWF, di una nuova elevazione azzorriana in grado di risucchiare una saccatura artica proveniente dalla Scandinavia direttamente sul Mediterraneo Centrale.
Ancora stamattina le ECMWF, sicuramente il miglior modello in circolazione, vanno ribadendo questa linea evolutiva. Ovviamente, vista la distanza cronologica e viste le condizioni di bassa predicibilità atmosferica, bisogna porre molta attenzione a mappe che arrivano a sfiorare le 200 ore. Come già detto, rimane la coerenza di Reading che già da diversi run vede la possibilità di un nuovo blocco altopressorio atlantico in grado di richiamare una saccatura artica verso il Mediterraneo centro-occidentale. Potrebbe essere l'occasione che il Nord tanto aspetta per un episodio invernale degno di nota, anche e soprattutto per ammantare di neve tutto l'arco alpino e l'Appennino Settentrionale e rimpinguare le riserve idriche.
Per ora, però, la prudenza è d'obbligo, come anche la consapevolezza che manca ancora metà dell'Inverno.

0 commenti:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Loading