sabato 7 gennaio 2012

Depressione traslata sull'Egeo, nuovi impulsi scenderanno dal Nord Europa

Residui freddi ed instabilità al Sud, ma altre insidie metteranno alle strette l'anticiclone.

Una tregua è stata offerta dal fianco orientale dell'alta pressione, che si è spinto verso l'Italia, contribuendo all'attenuazione dell'instabilità al Sud e dei "venti da uragano" che avevano flagellato buona parte del Paese nella giornata dell'Epifania. Altre insidie si preparano sul Mare del Nord.
I motivi della tempesta che ha flagellato l'Italia, nelle ultime 36-48 ore, sono da attribuire ad un profondissimo vortice ciclonico, sceso velocemente lungo l'Adriatico, a cui è rimasta contrapposta una tenace area anticiclonica sull'Iberia: il gradiente barico esagerato e la repentina caduta della pressione, per il rapido rotolare del minimo verso sud/est, hanno acuito gli impetuosi venti, capaci di raggiungere raffiche persino sensazionali sopra i 150 km/h.
Ora la bufera è ormai passata quasi del tutto, in quanto il minimo barico si è spostato verso levante sotto la spinta del bordo orientale anticiclonico: la depressione ha perso d'intensità, contribuendo ulteriormente all'indebolimento del vento. Il grosso del maltempo si è così spostato sulla Penisola Balcanica e sull'Egeo, mentre solo residui strascichi instabili hanno coinvolto l'estremo Sud Italia e la Sicilia. L'allungamento anticiclonico non ha permesso l'ingresso di nuovi impulsi instabili, che si sono limitati a lambire le Alpi con effetti solo verso i confini soprattutto in Alto Adige, dove comunque hanno notevolmente perso d'intensità le bufere di neve dei giorni scorsi.
Il centro motore della figura anticiclonica resta collocato sull'Atlantico Portoghese, con clima molto mite che continua ad aversi in Iberia dove le temperature hanno toccato punte d'oltre 20 gradi. Si tratta di un anticiclone davvero irremovibile, che si oppone all'ingresso dei fronti atlantici coadiuvati da correnti occidentali, che scorrono a latitudini un po' più alte. Le nuove interferenze perturbate, ancora una volta sospinte da correnti con direttrice nord/ovest-sud/est, sono sempre legate al perno più importante della saccatura centrata sulla Penisola Scandinava, colma d'aria fredda in quota.

Un impulso perturbato più intenso si metterà in moto sul Centro Europa, costringendo l'anticiclone ad indietreggiare di nuovo più ad ovest. E gli effetti del transito instabile e dell'aria fredda al seguito si avvertiranno anche su parte dell'Italia ad inizio settimana, anche se non si genererà di certo una depressione così corposa come quella dell'Epifania. La fase invernale, almeno al Sud, si sentirà eccome.

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