Vento e spruzzate di neve sui rilievi per un veloce passaggio frontale, ma seguiranno altri apporti instabili
Svolta finalmente avvenuta ed è stato necessario un passaggio frontale che, nell'arco delle ultime 24 ore, ha percorso tutta l'Italia, con aria fredda al seguito che ha portato persino la neve in montagna, sull'Appennino. Ora, dopo una breve pausa, sono in arrivo nuove perturbazioni.
ARIA NUOVA SULL'EUROPA Il sistema perturbato si trova ormai esteso fra la Penisola Balcanica e il Sud Italia, ma è proprio la forte rinfrescata al seguito del passaggio a costituire l'aspetto saliente delle condizioni meteo sull'Europa. La presenza di aria fredda ed instabile si cela chiaramente sul cuore del Continente, attraverso quelle nubi irregolari a chiazze, che peraltro si addossano in parte verso l'Arco Alpino, dove generano precipitazioni da effetto stau.
Chiaramente, il corposo crollo termico ha portato la neve, anche a quote relativamente basse per il periodo sui settori alpini di confine, ma anche tra Slovenia, Serbia e Bosnia (la neve è caduta persino a Sarajevo). Il cambiamento è stato davvero vistoso, visto che venivamo da una fase caldissima: parte di questo caldo regge solamente sulla Penisola Iberica. Nel frattempo il corridoio è ormai tracciato: nuovi ammassi nuvolosi di gran carriera si avvicinano dalle Isole Britanniche e puntano l'Italia, sulla scia delle fresche correnti nord/occidentali.
Il passaggio frontale ha portato i suoi effetti anche sul Centro-Sud dell'Italia, con rovesci e spruzzate di neve in Appennino. La situazione è comunque velocemente migliorata a partire dal Nord, con cielo sereno grazie soprattutto alla protezione dell'Arco Alpino che ha reso le correnti fresche settentrionali piuttosto secche. Si sono solo avuti isolati focolai temporaleschi sulle zone prealpine orientali, per via del contrasto derivante dall'aria fredda in quota.
Se escludiamo le località dell'estremo Sud e della Sicilia, ancora interessate dagli ultimi refoli caldi, quasi in nessuna zona si sono superati i 20 gradi. Fa eccezione Genova: il capoluogo ligure, durante i giorni caldissimi, era fra le località più fresche, mentre quest'oggi è stata l'area più calda del Nord con 21 gradi (il terzo valore più alto del mese). La causa va addebitata ai venti settentrionali, che subiscono l'"effetto di caduta" non solo dalle Alpi, ma anche dallo stesso Appennino Ligure, prima di tuffarsi verso la Riviera.
Variabilità di stampo primaverile, ancora condita da un pizzico di freddo: questo è quello che ci attende nei prossimi giorni, ma l'anticiclone ha fretta d'imporre una sua rivincita. Vedremo se ci riuscirà.

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